E’ forse la fine degli mmorpg?

Si dice sempre che il tempo vola ma questa frase é sempre piú vera per un gamer. Di fatto negli ultimi anni io e il mio compagno scherziamo spesso sul fatto che se stai creando un videogioco non lo stai giocando e se stai giocando non stai creando. Avere il tempo di fare entrambi é di fatto impossibile e il risultato é ben visibile nella moltitudine di titoli videoludici che ogni anno intasano i negozi virtuali ma che poi finiscono inevitabilmente nel dimenticatoio (dando per scontato che siano stati acquistati in primo luogo).

Il videogioco é di per se un vero e proprio buco nero, un fatto che viene visto con molta negativitá da chi non condivide questa passione ma anche da chi videogioca, dato che il tempo non ci basta mai.

Un genere che ha sempre richiesto molto del nostro tempo sono gli MMORPG, acronimo che indica i massively multiplayer online role-playing game (gioco di ruolo in rete multigiocatore di massa).

Titoli come Dark Age of Camelot, World of Warcraft o Guild Wars possono rendere l’idea ed é di questo genere che voglio parlare dopo un anno e piú di inattivitá su questo blog. Se nella mia adolescenza ero indubbiamente un’amante di videogiochi é solo con World of Warcraft che sono diventata una vera e propria videogiocatrice. Warcraft mi ha insegnato le basi che mi hanno accompagnato in tutti gli altri titoli videoludici e mi ha donato di fatto un’esperienza unica nel suo genere, permettendomi di esprimermi nella creazione del mio personaggio, di vivere una storia apparentemente finita tramite le sue migliaia di quests e incontrando persone con cui avrei passato serate in preda alle risate o alle isterie date da ore e ore di wipe (ovvero scontri in cui l’intero party viene ucciso dal boss, spesso a seguito di un errore da parte di uno o piú giocatori del party stesso).

Ora.

Tutte le cose belle giungono sempre ad una fine e ad un certo punto, inevitabilmente, l’essere umano cerca sempre un nuovo stimolo, una nuova emozione. Nel nostro caso, un altro gioco. Nel caso di Warcraft peró questo stimolo era spesso dato dalle espansioni, che con cadenza biennale venivano rilasciate al pubblico, prolungando cosi l’esperienza di gioco. Anche questo negli anni non é bastato, per vari motivi. Magari molti amici hanno smesso di giocare o abbiamo finito la storia. Indubbiamente alcuni di noi sono anche arrivati a sperimentare il contenuto end game.

Ma questo non é il motivo principale.

Il motivo principale é la noia e questa noia nasce dalla ripetitivitá dell’esperienza di gioco. Mentre é indubbiamente difficile apportare cambiamenti a un sistema che comunque é ancora apprezzato da milioni di giocatori, possiamo prendere in mano un qualsiasi mmorpg e i suoi meccanismi di base sono ancora quelli di 15 anni fá.

Non ci sono state evoluzioni o modifiche importanti.

Si pensa spesso che sia colpa della storia, che se almeno quella fosse bella o coinvolgente staremmo ancora giocando all’ennesimo titolo che abbiamo scaricato nella speranza di vivere nuovamente un’esperienza magica ma finiamo per ritrovarci a premere ancora quegli 8 tasti (o 24, a seconda della classe) come sempre. Eppure ci sono state evoluzioni nei generi ludici. Di fatto oggi abbiamo uno svariato numero di giochi hack’n’slash come Diablo 3, battle royale come Fortnite o di MOBA (Multiplayer online battle arena) come League of Legends, il VR stesso é entrato nelle nostre case e sebbene sia ancora un grosso work in progress i modelli di oggi sono ben superiori a quelli di qualche anno fa (facendoci indubbiamente sperare di non dover aspettare i novant’anni prima di poter sperimentare il mondo virtuale di ready Player One).

Anche nei generi sopracitati il tempo é relativo e sebbene le partite siano piuttosto brevi non abbiamo, di fatto, un finale da raggiungere in quanto la storia nei battle royale o nei MOBA non é il motivo principale che ci spinge a giocare partita dopo partita. Si gioca per la competitivitá, dalla gioia di vincere uno scontro piú o meno diretto contro un’altra persona e dalla condivisione dell’esperienza, senza dubbio adrenalinica, con gli amici.

Un’esperienza che rende, a mia opinione, quella degli MMORPG quasi obsoleta.

Bisogna affrontare il fatto che il giocatore di oggi ha parecchia esperienza e avrá indubbiamente sperimentato svariati titoli, inoltre piú gli anni passano e piú tutti noi giocatori siamo senza dubbio sempre piú difficili da compiacere. Le piccole aggiunte a un singolo titolo, che ci soddisfavano una decina di anni fa, oggi non sono piú sufficienti e sebbene il lavoro, il tempo e il budget necessario per creare un titolo MMORPG siano molto superiori a quelli richiesti da altri generi videoludici, non possiamo ignorare il fatto che la passione per questo genere sembra svanita.

world of warcraft rain GIF

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